sabato 26 giugno 2010

Tutti a giocare a pallone

"Oggi Brancher doveva venire, doveva venire". Eugenio Fusco, il pm del caso Antonveneta si sente "preso in giro" (sapesse noi, signor magistrato); il Presidente della Repubblica "infastidito e sconcertato" (sapesse noi, signor Presidente).

C'è un ministro che prima ancora di sapere che ministro è, si dice indaffarato al punto di non poter partecipare all'udienza del processo che lo vede imputato di concorso in appropriazione indebita e ricettazione. Nell'inchiesta sulla scalata alla banca patavina, il neo ministro sarebbe, secondo l'accusa, una delle cassaforti dei soldi di Giampiero Fiorani, l'ex amministratore della Popolare di Lodi, pronto a baciare il governatore Fazio, solo perché aveva girato la testa da un'altra parte e così s'era perso qualche passaggio dell'opa, secondo quanto abbiamo appreso dalle intercettazioni. Che slancio, che dedizione.

Ora, certe cose che ci infastidiscono così tanto non le sapremo più, se si affrettano ad approvare la legge sulle intercettazioni. Il fegato è salvo.

Di etica e diritto, ormai, si ragiona solo in salotti vellutati. Anche le meningi sono salve.

Perciò, se proprio ci interessa l'educazione, siccome di politici che chiedono scusa, ci sono ormai solo quelli che offendono la nazionale di calcio, o ci decidiamo a scendere in campo (fuor di metafora), o di buone maniere ne vedremo poche.

giovedì 24 giugno 2010

Il diritto di scegliere

Credo che sia stato l'inizio di tutti i mali più recenti; la ciliegina sulla torta dei guasti già fatti negli ultimi tre lustri. Un male aggiunto, perché il resto del male era già stanco, radicato, anestetizzato: una legge elettorale per togliere ai cittadini il diritto di scegliere. Ci vorrà il 15 marzo 2006, tre mesi dopo l'entrata in vigore del Porcellum, perché il ministro Calderoli ammetta a cuore aperto: "Ho scritto una porcata".

Confessione o tracotanza? Può darsi tutte e due le cose: sta di fatto che ai microfoni di Matrix, davanti a un divertito Mentana, Calderoli, allora titolare delle Riforme, non diventò neppure rosso. Da quella sortita, aggiungendo di suo l'arguzia toscana e la desinenza latina, Giovanni Sartori ribattezzò la legge n.270 del 21 dicembre 2005. Passerà alla storia come merita il Porcellum e cioè come quella legge che immobilizza gli elettori, costretti come sono a scegliere se votare liste bloccate e candidati scelti dalle segreterie di partito o se disertare le urne. Nessuno si è opposto, lì per lì.

Con la nuova legge abbiamo definito questo Parlamento, ripetutamente offeso, svilito nel suo ruolo e umiliato di continuo, senza mai neppure una reazione di orgoglio. E' ora di dire basta, riprendiamoci quel che ci spetta: la libertà di scegliere.

Ha ragione Luigi Pintor che nel suo bellissimo Il Nespolo scrive: "Ci sono medaglie che hanno soltanto il rovescio".

martedì 22 giugno 2010

Maturità, poi dicono che i ragazzi non indovinano

In vista degli esami, uno degli allievi di mia zia, insegnante di lettere in un istituto superiore della provincia di Varese, Legaland, ha sintetizzato: "D'Annunzio? Era un estetista". Senza saperlo, aveva anticipato uno dei temi della maturità.

Un altro allievo, della stessa classe: "Certo prof che se Leopardi era vivo oggi, bastava un po' di prozac e gli passava tutto sto pessimismo".
Ma questo non ha indovinato un bel niente.

lunedì 21 giugno 2010

L'orchestra delle libertà

Un autorevole critico musicale (Alfredo Gasponi) riporta nel suo articolo il giudizio di uno dei direttori d'orchestra più famosi (Wolfang Sawallisch). Sta provando a Roma musiche poco conosciute con un'orchestra che soffre di precarismo (la Santa Cecilia). E se ne lamenta.
Il titolista esagera: "Non sanno suonare". Partono querele. Era il '96. Calcolati i tempi della giustizia, si arriva al 2002 per il primo giudizio e al 2008, per il secondo.
In primo grado, la condanna: 3 milioni di euro di risarcimento; l'appello conferma. Intanto l'azienda (Il Messaggero) mette tra i passivi la somma del risarcimento e chiede lo stato di crisi, così può alleggerirsi di 38 giornalisti.

Nella sentenza il critico viene accusato di aver “distorto il pensiero dell’illustre maestro” (il maestro in una lettera conferma le dichiarazioni riportate nell'articolo), “confezionando un articolo volutamente scandalistico”. “O il giornalista ha deliberatamente falsato il contenuto dell’intervista. Ovvero, non capendone bene le parole, non si è fatto scrupolo di 'confezionare' un articolo esplosivo”.

Ti distrai un attimo per difendere la libertà di stampa e di informazione e ti tolgono quella di critica.

domenica 20 giugno 2010

The evil eye

Forse è un caso, ma leggere di Pomigliano d'Arco sulla versione on line dei principali quotidiani italiani costringe a sorbirsi le pubblicità di case automobilistiche straniere.
Leggi del tiro alla fune tra gli operai e la Fiat e si aprono scenari favolosi: Jaguar, Citroen, Jeep. Auto da sogni e sogni di operai.
Un suggerimento occulto o solo istigazione al malocchio? Che brutta combinazione, però.

venerdì 18 giugno 2010

La riffa

Dalla lotteria, alla riffa. Numericamente stanno aumentando le possibilità di trovare lavoro in Italia.

venerdì 11 giugno 2010

Intercettazioni

Biiiiiiiiiiiiiiiip

Investi il ciclista e scappa

Piazza Repubblica, Milano. Un cartello che non ho potuto fotografare dice che il 10 giugno, giovedì mattina, alle 9, un ciclista è stato investito da un'auto lì dove la rampa dei bastioni scende sullo slargo dei grandi alberghi.
Cadendo, il ciclista è morto. L'automobilista è scappato. E ora si cercano possibili testimoni.
Per quella piazza, passano migliaia di sguardi, tutti i giorni, a quell'ora. Possibile che nessuno abbia incrociato gli occhi dell'investitore?

mercoledì 2 giugno 2010

Come un computer, solo un po' più dura....

Un post nostalgico. Punto, ding, a capo.

Dedicato al bimbo di cinque anni che a casa di amici dei genitori ha scoperto una macchina per scrivere e con sorpresa ha esclamato: "Papà, papà, guarda: è come un computer, solo un po' più dura..."