domenica 31 luglio 2011

Le regole di Peppe

Le regole di Peppe, le ho chiamate per anni: al mattino fai cinque telefonate a cinque fonti diverse, a persone che ti possono dare notizie, non importa quali, basta che ti spieghino come stanno le cose; studia, non smettere mai di studiare, appassionati ai problemi, falli tuoi; rispondi, devi rispondere sempre quando il giornale ti chiama; ricordati che questo lavoro lo devi vivere con passione, ogni benedetto giorno, e metti passione in quello che scrivi, coinvolgi il lettore, butta sempre il cuore in quel che fai. Altrimenti, disse, non ne vale la pena, non è giornalismo. «E adesso via, si torna in redazione».

venerdì 29 luglio 2011

La trama di Franceschini

Legislatura costituente???? Il virgolettato (dall'Unità.it) è questo: «Sappiamo che ci sono distanze eccome, ci sono problemi eccome, ma chi se ne frega dele differenze di fronte alla gravità della situazione e all'esigenza di ricostruzione. Tutte queste forze devono stare insieme in una legislatura costituente e solo dopo potranno tornare a scontrarsi con nuovi leader in modo normale e democratico».

Ma che vuol dire? Intanto mettiamoci insieme, poi se abbiamo qualcosa da dirci si vedrà... Ma perché, nella legislatura costituente si sospende il modo normale e democratico di confrontarsi?
Secondo me, prima servirebbe un'idea, un progetto, qualcosa su cui trovare il consenso di molti, insomma, tutto quel che serve a fare un partito. Poi al partito serve un leader e a quel punto, forse, si ragiona di come arrivare al governo del paese.

Franceschini scrive troppi libri. Anzi no: Franceschini, perché non scrivi solo libri?

giovedì 21 luglio 2011

G8, un pezzo vintage (io c'ero)


L'ho ritrovato in Rete, dove la memoria è lunga. Non me ne ero dimenticata, ma il giornale che ha ospitato questo articolo, il Nuovo.it, non c'è più, travolto da bancarotta, insieme a tutto il suo archivio (per non parlare delle storie di web e di vita).

Fu una tonnara, quella notte a Genova, alla Diaz. Le deposizioni dei testimoni, i libri, tra i molti anche quelli di Lorenzo Guadagnucci, hanno fatto luce. La verità è a disposizione di chi vuole vederla. La tonnara è l'immagine a sangue caldo di quella notte buia per il nostro paese.

LasciateCIEntrare

Niente avvocati, niente giornalisti. Non ci sono occhi né voci che possano raccontare la vita nei Centri di identificazione predisposti per i profughi, colpevoli solo di scappare dalla fame. Ci sono anche minorenni dietro quelle reti. Ma il governo non vuole che trapeli nulla di quel che succede lì dentro. Parliamone!


CIE (Centri di Identificazione) e CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), sono da tempo OFF LIMITS per l’informazione, luoghi interdetti alla società civile e in cui soltanto alcune organizzazioni umanitarie arbitrariamente scelte riescono ad entrare. Una circolare del Ministro dell’interno, la n. 1305 emanata il 1 aprile 2011, ha reso ancora più inaccessibili tali luoghi, fino a data da destinarsi, in nome dell’emergenza nordafricana. Giornalisti, sindacati, esponenti di associazionismo antirazzista umanitario nazionale e internazionale, presenti nel territorio in cui sono ubicati, sono considerati secondo detta circolare “un intralcio” all’operato degli enti gestori e per questo tenuti fuori. Questo si traduce di fatto in una sospensione del diritto-dovere di informazione che si va ad aggiungere alle tante violazioni già riscontrate in questi centri. Non potendo entrare diviene legittimo pensare che in essi si determinino condizioni di vita inaccettabili e ripetute violazione dei diritti. Le poche fonti reperibili di notizie diventano i video registrati da cellulari, dagli immigrati trattenuti nei centri, le lettere che riescono a partire dall’interno, le telefonate e le testimonianze rese da chi esce o fugge, e quanto arriva non è certo dimostrazione di trattamento rispettoso dei diritti umani. Il prolungamento votato nei giorni scorsi dal parlamento, che consente di trattenere le persone non identificate nei Cie fino a 18 mesi, aumenta il disagio e la sofferenza in cui si ritrovano persone che non hanno commesso alcun reato. Gravi lacune si registrano poi nell’esercizio del diritto alla difesa.  A tale scopo chi opera nell’informazione ritiene fondamentale avere modo di poter far conoscere alla pubblica opinione quanto in questi luoghi avviene, le ragioni dei continui tentativi di fuga e rivolta, dell’aumento dei casi di autolesionismo che spesso sfociano nel tentativo di suicidio. L’informazione deve poterne parlare, la società ha il diritto di sapere. Così come migranti e i cittadini stranieri hanno il diritto di essere informati ed assistiti dai legali, dalle associazioni e dai sindacati. Per questo il 25 luglio, parlamentari di numerose forze politiche, consiglieri regionali, giornalisti, sindacalisti, associazioni e attivisti della società civile saranno davanti ad alcuni CIE e CARA italiani per reclamare il diritto ad accendere i riflettori su queste strutture e sulle persone che vi sono trattenute.

Comitato promotore: FNSI, ORDINE DEI GIORNALISTI, Art. 21, ASGI, PRIMO MARZO, OPEN SOCIETY FOUNDATION, EUROPEAN ALTERNATIVES e i Parlamentari Jean Leonard Touadi, Rosa Villecco Calipari, Savino Pezzotta , Livia Turco, Fabio Granata, Giuseppe Giulietti, Furio Colombo, Francesco Pardi.

Adesione fin qui ricevute: ANSI, CGIL, ACLI, ARCI, MIGREUROP, AMSI, COMAI, LIBERTA’ E GIUSTIZIA, FCEI, , FORUM IMMIGRAZIONE PD NAZIONALE, CIR, TERRE DES HOMMES, Ass. Nazionale GIURISTI DEMOCRATICI, LIBERAL, LIBERAZIONE, L‘UNITA’, IL MANIFESTO, LiBERACITTADINANZA, LOOKOUT.TV, LEFT, AVVENIRE, MOVEON, POPOLO VIOLA, ANTIGONE LOMBARDIA, RIFONDAZIONE COMUNISTA, Gruppo al Consiglio Regionale del Lazio della Federazione della Sinistra, Gruppo al Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia di Rifondazione Comunista, Rete Immigrati Autorganizzati Milano.

Parlamentari ad oggi confermati che parteciperanno all’iniziativa: Touadì (PD), Villecco Calipari (PD), Turco (PD), Colombo (PD), Gozi (PD), Sarubbi (PD), Pardi (IDV), Zampa (PD), Monai(IDV), Strizzolo (PD), Rossomando (PD), Marcenaro (PD), Messina (IDV), Pezzotta (UDC), Fiano (PD), Pes (PD), Di Stanislao (IDV), Formisano (UDC), Perduca (RADICALI) , Orlando (IDV), Luongo (PD), Giambrone (IDV), Granata (FLI), Ginefra (PD).

Presso i centri dislocati in: Roma, Bologna, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari, Cagliari, Santa Maria Capua Vetere, Trapani, Catania, Lampedusa, Porto Empedocle.

Chiunque voglia partecipare o richiedere ulteriori informazioni può mettersi in contatto con:
Gabriella Guido – Rete PRIMO MARZO – ggabrielle65@yahoo.it – 329.8113338
Renzo Santelli – FNSI – renzo.santelli@fnsi.it – 335.5325534

martedì 19 luglio 2011

Cambiare giaguaro

La verità credo che stia nella frase: "Nella società si avverte un grandissimo bisogno di politica". Massimo D'Alema se ne è accorto tardi, forse, ma è fantastico che se ne sia accorto, giusto per guardare il lato buono. Però, da uno che ha sempre fatto a cazzotti con la società civile, anzi l'ha ignorata e nel migliore dei casi confusa con la società non-politica, dire adesso che il centrosinistra ha bisogno della società civile, scusate ma mi solleva solo sospetti oltre che rabbia.
Il giaguaro ormai non lo smacchi più, lo devi solo cambiare.
Ma non era più salutare chiedere le dimissioni di B.? E invece ci tocca leggerle a firma del direttore di un giornale...

martedì 12 luglio 2011

Basta poco

Per cambiare davvero basta poco. Una semplice legge, come quella che propone da mesi LeG. E allora perché si arrovellano su quesiti referendari incomprensibili e, soprattutto, perché si dividono?


Come cittadini elettori, non siamo più disposti a sostenere il ruolo di portatori d’acqua nell’interesse di burocrazie di partiti che usano i posti dei rappresentanti dei cittadini in Parlamento come loro proprietà, per distribuire favori, per ricompensare d’altri favori, per assicurarsi la fedeltà di clienti. Non siamo più disposti a collaborare a tenere in piedi un sistema politico fatto di clientele che si avvolgono e attorcigliano in giri di potere che sempre più spesso – come veniamo a sapere, ormai neppure più sorprendendocene, giorno dopo giorno – operano oltre i confini della legalità.

venerdì 8 luglio 2011

Aggressione, provocazione, propaganda

Il comitato provinciale Anpi di Milano diffonde questo comunicato, che a mia volta diffondo:

Aggressione neofascista alla Camera del Lavoro di Milano

Venerdì 8 Luglio verso le ore 12.00, sul piazzale della Camera del Lavoro di Milano, è scattata una grave provocazione neofascista da parte di una decina di individui, appartenenti ad un gruppo chiamato "Marinetti" i quali, senza autorizzazione distribuivano materiale di propaganda contro il Sindacato.

Mentre venivano allontanati, alcuni di questi, armati di casco, colpivano ripetutamente i militanti della CGIL, uno dei quali, ferito, veniva successivamente ricoverato in ospedale.

È dagli anni Settanta che non registriamo un atto di tale gravità nei confronti della Camera del Lavoro di Milano, luogo simbolo della democrazia nella nostra città.
Invitiamo tutte le nostre strutture alla massima vigilanza e attenzione in questa delicata situazione dove è opportuno non cadere in provocazioni di nessun tipo.
Si impone comunque una riflessione collettiva su quanto sta avvenendo a Milano, sulle ragioni profonde della reviviscenza di movimenti, atteggiamenti, iniziative fasciste e/o naziste, sulle finalità che si propongono, sulle protezioni di cui godono.

Sarà nostra cura compiere tutti i passi presso le Forze preposte alla difesa dell'Ordine Pubblico perchè si individuino immediatamente i responsabili di tali azione criminosa e si attuino tutte le misure indispensabili per garantire il corretto e proficuo svolgimento della vita democratica a Milano, città Medaglia d'Oro della Resistenza.

Cordiali saluti,
Il Presidente ANPI Provinciale di Milano
Roberto Cenati

mercoledì 6 luglio 2011

Rasoiate

Lo dico con le parole di Gianluca, le mie sarebbero più ciniche e dunque ancora più inutili delle province. Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora. Perché non stampare questa frase sugli i-pad dei deputati? L'agenda è in mano alle segretarie; l'i-pad che pare spopoli in Parlamento, almeno se lo portano dietro.

martedì 5 luglio 2011

sabato 2 luglio 2011

Il "partito degli onesti"

Angelino Alfano, nuovo segretario Pdl, vuole un "partito degli onesti". Cita Giorgio La Malfa, quando nel '92 coniò lo slogan per la campagna elettorale dei repubblicani: era l'alba di Tangentopoli e il ciclone stava per abbattersi anche sull'Edera. Non fu uno slogan fortunato, per la verità. Le elezioni andarono bene (4.4%), ma non così bene come si aspettavano gli uomini di Spadolini. Poi, il disastro. Durante, si sprecarono le interpretazioni: partito PER gli onesti o DEGLI onesti? Con tanto di musi lunghi e offesi di quanti non erano repubblicani.
Comunque, Angelino può subito mettersi alla prova. Mercoledì l'Aula deve esprimersi sull'arresto di Alfonso Papa, chiesto dalla Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. Come interpreteremo la citazione?