martedì 4 maggio 2010

Non sono previste domande

Finalmente qualcuno se ne accorge. Nel Paese dove la libertà di stampa è parziale (ma solo se la censiscono gli altri), i giornalisti si rendono conto che non possono più fare domande. Meglio: cominciano a scriverlo.
Il copione si ripete ormai uguale da mesi, da anni. E anche quando Scajola annuncia le sue dimissioni da ministro, dopo lo scandalo dell'appartamento, lo fa in una "presunta conferenza stampa" e se ne va.
La "presunta conferenza stampa" è il modo in cui il presidente del consiglio affronta normalmente i giornalisti. C'è un giornalista spagnolo Miguel Mora di El Paìs che, una volta, ha osato rompere il taboo - era settembre 2009 -, ricavandone in diretta minacce.
E gli altri? Perché non reagiscono, perché non lasciano la sala stampa? Perché riportare le parole dei politici che mettono il bavaglio ai giornalisti?

2 commenti:

  1. perchè mancano di spina dorsale. Alle minacce a Mora avrebbero dovuto reagire uscendo in blocco compatto e chiamando l'FNSI e il CNOG

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  2. Telese c'ha provato, ma con scarso successo...

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