lunedì 12 aprile 2010

Il brodo con l'ombra dei campanili

Faceva strano ascoltare i discorsi della buona politica, sabato a Milano, nello spazio dove, di solito, s'impara a ballare il tango. E la cosa più stravagante era che funzionava. Come per il ritmo latino che ti aspetti un po' fuori dal tempo e poi ti sorprende. Nella sala rosa dell'Arcibellezza, circolo Arci du cotè de la Bocconì, convocati da Pippo Civati, si sono tenuti gli Stati generali del Pd che c'è, ma non si vede.
Civati è l'eterno giovane della sinistra in Lombardia: nasce quando Tony Blair entra nel Labour Party e nel '97, quando Blair diventa primo ministro a Londra, Civati entra in consiglio comunale a Monza. Giusto per dire che solo in Italia uno che ha 35 anni, al suo secondo mandato in Regione, è noiosamente giovane. Ci sono eccome i giovani in platea, nati digitali con tastiere sotto le unghie e cavi fissi nelle orecchie, ma anche quarantenni presi a twitterare un'Arci-diretta in 130 caratteri.
C'è un altro Civati di Varese che stacca il primo di 10 anni; i due non condividono neanche un briciolo di dna, hanno lo stesso sentire.
Microfoni aperti, discorsi chiari, persino un programma in tre punti. Voci dai territori di quanti lavorano sul campo, nelle minoranze schiacciate dalle Leghe o nel silenzio di governi che sono dalla loro, però senza esagerare.
Quando parlano si vede che sono abituati a farlo, che hanno il senso del comunicare. Si capisce anche che stanno ad ascoltare. E dicono cose di peso e di valore sia che raccontino la Toscana dei mille circoli in guerra tra loro, o il meticciato metropolitano, il precariato che stanca e fiacca anche l'economia, il discorso sul radicamento che provoca orticaria. Non si sono sentiti discorsi in politichese.
A rappresentare il partito, oltre a tutti quelli che ne fanno parte, s'intende, c'è Ivan Scalfarotto, il giovane che sfidò Prodi alle primarie dell'Unione nel 2005. Oggi è vicepresidente del Pd. La sua età in Italia si calcola da allora, forse perché prima ha vissuto a Londra, così risulta addirittura più giovane di Civati: un outsider visto l'incarico istituzionale.
Il ritmo del tango funziona, lento e appassionante. Si discute nel salone e nel bar di fianco, nel cortile dell'Arcibellezza, sulle scale, in Rete e oltre.
Oltre, appunto. Che è lo spazio da definire. Se tutti questi talenti sono in circolo nelle vene del Pd, a seminare gli enzimi della buona politica, come è possibile che qui si faccia ancora il brodo con l'ombra dei campanili?

3 commenti:

  1. ma davvero siete convinti che prodi l'abbia fatta di fuori ?

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  2. ciao Olga, ti ringrazio del link e della considerazione. In effetti il ritmo tango del Bellezza è una bella immagine di una giornata un po' fuori dal tempo, sicuramente fuori dal nostro tempo. Gente seduta per terra, interventi liberi, applausi a scena aperta molto lontani dallo stile claue che anima le riunioni di partito. Un atmosfera che però non deve essere la montagna che genera il topolino. Bisogna concretizzare: puntiamo allo scoiattolo, roditore agile e più simatico. ;-)
    Andrea C.

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