domenica 17 gennaio 2010

La scelta di Mariastella

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha fissato un tetto per il numero di alunni stranieri per classe: 30 per cento. Tre scolari su dieci, al massimo.
Sarà contenta la suocera di una mia conoscente che a Natale non riusciva a riprendersi dallo choc. I suoi due nipotini che frequentano la terza e la quinta elementare non sanno recitare a memoria nemmeno una filastrocca su Gesù Bambino. Però conoscono il cinese, perché le loro classi, in una scuola pubblica del centro di Milano sono frequentate da numerosi bambini con gli occhi a mandorla. Sanno anche qualche parola di cingalese, perché la loro tata viene dallo Sri Lanka e ha un nome lungo lungo che i due sanno riferire sillaba dopo sillaba, senza sbagliarne una.

Quando sono a casa, alla voce spaghetti il piccolo chiede: quelli trasparenti o quelli blu? Non c'è "razzismo": soia o grano duro, millenni di cultura e storia distinti dal tipo di scatola.
La grande ha una passione per le "stelline" nel senso dell'anice stellato che la sua tata le ha insegnato a mettere nei piatti. Le piacciono anche se sono di zucchero, sui biscotti o di pasta nella minestra.
I due sanno di Buddha e di incensi, di chiese e templi, di tappeti, minareti e confessionali. Senza fare classifiche. Conoscono le feste degli altri e le sanno rispettare. Sono bambini sereni e intelligenti, curiosi, attenti.

Faranno domande quando vedranno alcuni dei loro compagni di classe trasferiti in altre sezioni o in altre scuole. Chi sceglierà quelli da mandare via? E chi dirà alle mamme straniere che i loro bambini dovranno fare più strada per andare a scuola? Chi pagherà lo scuolabus?

2 commenti:

  1. la santa sede, visto che "crede nella buona fede del ministro ciellino"

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  2. Ogni giorno di più mi rendo conto della fatica che costa stare dalla parte giusta, perchè sarebbe più semplice lasciarli dire, lasciarli fare, tanto combattono contro i mulini a vento. I muri che ergono sono impastati con il dubbio già all'origine, non esistono argini, barriere eterne al flusso della vita. Sono solo tentativi per controllare ansia e paura, propri della nostra generazione. I nostri figli non temono la precarietà, il diverso, lo respirano dalla nascita, leggono il Corano perchè amano Sarah Abraham in prima fila. Si ha paura di ciò che non si conosce.

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