Quel che dico è: persino nella più semplice delle società politiche e cioè all’asilo, se il tuo principale avversario ti suggerisce strategie, quelle sono per definizione “trappole”.
Curioso che il Pdl inviti il Pd a smarcarsi da Di Pietro. Incredibile che ci sia nel Pd chi accolga il suggerimento.
Il partito dell’amore come un cecchino prende la mira e punta a quello che il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto definisce “nucleo d’odio”.
Non mi piace chi spiega al Presidente della Repubblica cosa deve fare o non deve fare, chi usa violenza - anche verbale (a caso, un qualsiasi politico da una qualsiasi ribalta televisiva) – chi scambia la politica con il marketing.
Qui il gioco è più facile del “ce l’hai”: dal “nucleo” al “partito” dell’odio il passo è breve. Il Pd trema - a tre mesi dalle regionali - e sotto minaccia d’incantesimo Enrico Letta segue il consiglio di casa (di quella dello zio Gianni, cioè), con il conforto della famiglia (della moglie Gianna, cioè).
Mettiamo da parte per un istante l’elenco di riforme che vorrebbe il Pdl. A parte la riduzione dei parlamentari, di quali riforme parla il Pd?
Parlare di riforme con Berlusconi *é già* il problema. Berlusconi se ne deve andare. Il nostro compito è creare le condizioni perché sia costretto a farlo, è l'abc della politica. Il semplice fatto che si prenda in considerazione l'ipotesi di toccare la Costituzione assieme a gente come Berlusconi è indice della qualità morale dei nostri dirigenti, oltreché delle loro ormai celebri capacità tattiche.
RispondiEliminaalessandro
RispondiEliminao sono sotto ricatto o sono antropologicamente minorati! oppure questa dell'inciucio è la loro unica dimensione esistenziale e di sopravvivenza...oppure di tutto un pò