giovedì 12 maggio 2011

Moralisti, moderati e puritani: ma di cosa parliamo?


Letizia Moratti: «La mia esperienza di manager, la mia famiglia confermano ampiamente che sono una persona moderata, a differenza di Pisapia che dalla Corte di Assise è stato giudicato responsabile di un furto di veicolo che sarebbe servito per il sequestro e il pestaggio di un giovane. È stato giudicato responsabile e amnistiato. L’amnistia non è assoluzione».

moderato
[mo-de-rà-to] agg., s.
            agg.
            1 Di cosa, che rientra nei limiti d'una giusta misura SIN contenuto: una richiesta molto m.; di persona, lontano dagli eccessi SIN misurato: m. nel bere
            2 Che, in politica, è lontano da tendenze radicali e spesso si colloca su posizioni centriste: le forze m. del paese
            3 mus. Di movimento intermedio tra l'andante e l'allegro
            s.m.
            1 (f. -ta) Chi svolge o segue una linea politica lontana da estremismi
            2 mus. Movimento m.
            avv. moderatamente 1. In misura media, abbastanza: un liquore moderatamente forte 2. Con moderazione, non molto: mangiare moderatamente
                        • sec. XIII

Piazza puritana 

puritano
[pu-ri-tà-no] agg., s.
            agg.
            1 Del puritanesimo, dei puritani: dottrina p.
            2 estens. Improntato a rigorismo morale o a eccessivo moralismo: mentalità p.
            s.m. (f. -na)
            1 Seguace del puritanesimo
            2 Moralista intransigente, talvolta più a parole che a fatti: fare il p.
                        • sec. XVI

moralista
[mo-ra-lì-sta] s.m. e f. (pl.m. -sti)
            1 Pensatore, scrittore che si occupa di etica; scrittore che predilige l'analisi dei comportamenti umani: i grandi m. francesi
            2 estens. Chi fa del moralismo, spec. in senso negativo o se ne serve ipocritamente: atteggiamento da m.
                        • sec. XVIII 

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