Non so dire se sarà un nuovo Sessantotto. Ma perché dobbiamo sempre guardare indietro? Qui c'è una riforma promossa da "chi si fa beffe della cultura"; c'è alla Camera una commissione Ricerca e cultura che su 44 deputati, ne conta 15 senza neppure la laurea. Il valore culturale non c’entra. Non del tutto, certo. Questione di competenze, si dice: solo che per ragionare di ricerca e università ci si aspetta che nelle aule di un ateneo uno ci sia passato almeno da studente. Al Senato, nella commissione gemella, a tener alto il vessillo c’è un Nobel, la Montalcini; ma dieci dei suoi 25 colleghi non hanno laurea. Tanto per dire.
E allora, un appello, per una volta non "contro, contro e contro", ma propositivo, a favore, "un primo passo" per rifondare la dignità dello studio, mi sento di firmarlo e promuoverlo.
Baroni, raccomandati e - come si diceva ai miei tempi universitari - "nati con il culo nel burro"* drizzino le orecchie: questa volta, '68 o no, le cose dovranno cambiare. Se le scuole tutte, di ogni ordine e grado, non promuovono il futuro, che ci stanno a fare?
* L'espressione è un po' forte, lo so. Però rende.
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