Non se ne sentiva più parlare dai bambini impiccati all'olmo della Resistenza di Milano. All'improvviso, con una botta di creatività (che ha mangiato?) torna di prepotenza alla ribalta Maurizio Cattelan, come al solito senza che l'Arte si interessi di lui. Il busto di Craxi al posto di quello di Mazzini a Carrara, il cavallo abbattuto con il cartello Inri che gli infilza la coscia nel cortile di Palazzo Reale a Milano, il dito medio da esporre in formato gigante davanti alla Borsa di Milano. Stupore, choc, scandalo. Soloni, solette e soline con le mani nei capelli per i diversi affronti: alla Storia, alla Religione, al Denaro.
Quel che resta dell'arte lo diranno gli storici tra 50 anni almeno. Per il momento si vede la solita provocazione di chi vuol far discutere, forse anche per evitare che si parli della sua arte.
Non è la prima volta: è successo quando ha bombardato il Papa con un meteorite, messo in ginocchio Hitler vestito da piccolo tirolese e tolto le scarpe a Kennedy nella bara, e da ultimo, quando ha chiuso nel frigo la suocera di un ricco committente Usa. Oltreoceano se la ridono ancora, perché quella suocera pare fosse peggio di Xantippe e perché per fare una cosa che desideravano in molti, Cattelan si è anche fatto pagare.
Si vede che non è bastato. Lasciatelo lavorare!
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