Fedele Confalonieri, amico si Silvio Berlusconi fin dai tempi del liceo, racconta punti di forza e debolezze del premier in un'intervista a La Stampa.
I freni sarebbero i bilanciamenti tipici di una democrazia: la separazione dei poteri, la Costituzione, il Parlamento, la Consulta, gli elettori. Senza quei contrappesi la democrazia non è più democrazia.
Qualche giorno fa, sullo stesso giornale, Barbara Spinelli ha scritto: "La democrazia accetta il conflitto, esige e stimola la ricerca del vero, anche se il vero è scomodo per il potente. E l’accetta continuativamente, non solo il giorno del voto, perché democrazia non è Unzione dell’Eletto ma un arcipelago di poteri che si frenano l’un l’altro affinché nessuno commetta abusi".
Ma oggi quel che mi sconcerta è il silenzio della politica. Nessuno ha niente da dire. Domani, spero, le solite voci si alzeranno per ricordare, per esempio, che Milano 2 ha avuto tracolli improvvisi in corso d'opera e altrettanto improvvisi ripianamenti. Che i miliardi di cui parla Confalonieri non sono certo arrivati subito nelle tasche dei costruttori, che c'è voluto del tempo...
E che il mistero di come sia nata la tv resta tutto da decifrare.
Ma oggi, nella Rete, ho cercato per ore una reazione, una parola di spiegazione che riportasse la barra al centro della democrazia. Magari anche solo una domanda, tipo: freni a che cosa? Nulla.
Ditemi che mi sono sbagliata.
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