La manifestazione è stata bella, composta, senza stupidi intoppi. Le strade piene di tricolore, il palco festante: l'emozione ha prevalso sulla rabbia. La difesa della Costituzione è pacifica. C'è fierezza negli sguardi, consapevolezza della Storia anche quando la bandiera è indossata com un foulard di Hermes e le coccarde sono fatte di tulle da bomboniera.
Tante piazze, tanta gente, come testimoniano le immagini e basterebbe ricordare il successo del referendum del 2006, per zittire le polemiche: quella volta il 61,7 per cento degli elettori ha bocciato il progetto di revisione costituzionale del terzo governo Berlusconi che modificava 53 articoli dei 139 della Carta. Negli ultimi 15 anni, questa vittoria rappresenta per lo scarto di voti l’unica vera e grande sconfitta del centrodestra. Cinque anni dopo, qualcuno vorrebbe ancora cancellare tutto, anche la Carta.
Le reazioni, al solito scomposte e come sempre scontate, anticipate dalle erinni della maggioranza. Si gioca sempre in difesa, come Antonio Ingroia, che annunciando azioni legali contro i giornali che lo hanno attaccato, ricorda: "Un magistrato ha il diritto e anche il dovere nei confronti dei cittadini, per le funzioni che svolge, di esprimere le proprie opinioni".
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